nella quale il comico si è fatto beffa degli autistici o degli affetti dalla sindrome di Asperger.
Non è nel nostro interesse parlare di politica o meno, di metterci dalla parte di un partito o di un altro, ma lo è parlare della grave ingiustizia avvenuta a prescindere dall'autore di quest'ultima.
Le parole del Pentastellato sono state: «In tv è pieno di gente con la sindrome di Asperger, che parlano in quel modo e non capiscono che l'altro non sta capendo»
Ovviamente non sono tardate le risposte di giornalisti come Mario Pingerna, il quale ha definito ignorante la descrizione e pari a zero la voglia di focalizzarsi sulle potenzialità di queste persone speciali; anche Gianluca Nicoletti, sofferente egli stesso della malattia citata, ha messo in risalto la già complicata situazione di far integrare e non discriminare gli autistici, e come le parole dette non aiutino ciò.
Negli ultimi giorni, Grillo si è poi difeso dicendo che è un dibattito creato da sapienti e dotti che vogliono il loro momento di notorietà. Conclude con queste parole: «Non esiste il Politically Correct nel mio lavoro, continuerò con le metafore e ad essere vicino a chi soffre»
A fin di offesa o usato solo come metafora, forse certe parole, soprattutto in incontri di partiti i quali, rappresentando lo Stato, dovrebbero tutelare chi ha più bisogno, non andrebbero dette.
Caro Beppe, le metafore lasciale a chi di competenza: sei un comico, non un poeta.
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