Percorrendo … Le Vie dei Tesori
Video "Via dei Tesori"


Durante gli ultimi tre fine settimana del mese di settembre la città di Caltanissetta è stata teatro de “Le Vie dei Tesori”, un’iniziativa che si propone lo scopo di far conoscere e valorizzare i beni culturali del territorio attraverso la creazione di una rete di corrispondenza tra pubblico e privato. L’associazione nasce a Palermo come sfida di un gruppo di giornalisti e operatori culturali fermamente convinti dell’importanza di valorizzare il patrimonio materiale e immateriale del nostro Paese. La prima edizione è del 2006 e ha coinvolto la sola città di Palermo. Quest’anno sono stati coinvolti ben quindici comuni siciliani, per la città di Caltanissetta si tratta del terzo anno di partecipazione all’iniziativa. Il progetto si avvale della preziosa collaborazione di esperti affiancati da studenti universitari e liceali, alcuni dei quali impegnati nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro.

La nostra scuola quest’anno ha partecipato attivamente all’iniziativa dedicandosi alla cura di tre siti della nostra città: il cimitero monumentale degli Angeli, la chiesa di Santa Maria degli Angeli e il museo aziendale Averna. Oltre questi sono stati resi fruibili altri dodici siti, alcuni dei quali aperti al pubblico solo per questa occasione.

Noi ragazzi del liceo siamo stati divisi in tre gruppi, ognuno addetto ad uno dei siti interessati. Abbiamo ricevuto una prima istruzione in merito al sito di propria competenza e dopo una visita guidata dello stesso eravamo pronti per iniziare questa esperienza di “guide turistiche”.

Il mio luogo di lavoro durante questi tre weekend è stata la Chiesa di Santa Maria degli Angeli. Si tratta di una chiesa che nasce insieme ai primi nuclei della città, ai tempi della casata dei Lancia. Dal 1600 al 1867 una comunità di monaci visse nel convento dell’Ordine dei frati minori annesso alla chiesa. In seguito, con lo scioglimento degli ordini monastici, la chiesa venne chiusa al culto. Il monastero e la chiesa stessa passarono sotto la proprietà del Ministero della Guerra. I lavori di trasformazione e l’incuria degli anni successivi portarono la chiesa e il convento in uno stato di degrado. Solo grazie agli ultimi lavori di restauro, avviati nel 2005, il sito è stato ristrutturato: la chiesa oggi è utilizzata come sala convegni, mentre il convento è diventato la sede della Biblioteca della Società nissena di Storia Patria.

Un altro gruppo di noi studenti si è occupato del Cimitero Degli Angeli. Il nostro compito è stato di guidare i visitatori nel percorso e descrivere loro le numerose cappelle gentilizie che lo arricchiscono.

Il cimitero di Caltanissetta sorge nella parte meridionale della città a ridosso del castello di Pietrarossa, della Chiesa di Santa Maria degli Angeli e del convento dell’Ordine dei frati minori annesso alla chiesa. Un tempo cimitero monumentale, oggi ha perso questo titolo a causa delle trascuratezza e del degrado che si è verificato nel corso degli anni. Alla costruzione del cimitero hanno partecipato molti tra gli ingegneri e scultori più importanti del tempo, tra i quali ricordiamo l’ingegnere Pasquale Saetta, lo scultore Vincenzo Biangardi, Michele Tripisciano che ha scolpito i busti dei coniugi Lanzirotti e la Madonna con il Bambino.

Ci siamo meravigliati nello scoprire la ricchezza di questo luogo, che conoscevamo poco, con le sue cappelle gentilizie di diversi stili architettonici.

Tra queste vale la pena di ricordare la cappella Morillo Gaetani, la cui particolarità risiede nel fatto che la camera interna coincide con un’ ex-stanza del castello. In due nicchie ogivali vi sono due busti, realizzati da Michele Tripisciano nel 1902, a sinistra il busto raffigurante la Baronessa Morillo e a destra il Senatore Morillo, nonché Conte di Trabonella. Ai lati della cappella vi sono due sculture raffiguranti due leoni, uno sveglio e uno dormiente, che rappresentano rispettivamente la vita e la morte, un simbolo che ritroveremo anche in altre cappelle.

Nella cappella Lanzirotti è collocato il sepolcro di Michele Tripisciano.

La cappella gentilizia Vincenzo di Figlia barone di Granara e del cavaliere Alfonso Trigona Marchese della Floresta, progettata e realizzata dall’ingegnere Pasquale Saetta, presenta la forma di un tempio.

Alla sua destra vi è la cappella gentilizia Michele Calefati, anch’essa progettata da Saetta, giace su un terrapieno che si affaccia sull’Imera Meridionale ed è di forma circolare. Caratteristica è la parte conclusiva con una lanterna a forma di croce, con un gruppo scultoreo raffigurante probabilmente due santi che dovevano vegliare sui defunti.

Più avanti sulla destra troviamo la tomba di Rosso di San Secondo e al suo fianco si innalza la maestosa cappella Testasecca.

Sono state molti i visitatori del sito, tutti interessati a “guardare con occhi diversi” un luogo particolare come questo che di solito silenzioso e solitario, si è animato di persone di tutte le età.

L’esperienza vissuta da me e i miei compagni/colleghi è stata interessante sotto diversi punti di vista. Sotto un punto di vista strettamente personale abbiamo avuto la possibilità di conoscere a fondo luoghi che costituisce una nervatura della storia della nostra città, trascorrendo qui molte ore e camminando in ambienti ricchi di storia.

Abbiamo, inoltre, avuto il piacere di far conoscere questi luoghi a tanti visitatori di diverse fasce di età: dai più anziani che si ricordavano della chiesa dismessa e dissestata nei primi decenni del ‘900, ai più giovani nostri coetanei che si accingevano a scoprire uno dei tanti tesori che la nostra città offre.

Infine abbiamo avuto modo di riflettere su come il patrimonio artistico e culturale di un luogo ne costituisca l’identità e possa diventare anche una fonte di lavoro e di ricchezza per il territorio.

Alessio Nugara (classe 4°L)




Elisabetta D’Oro, Francesco Mandalà, Daniele Mauro e Agnese Maria Nicosia (classe 5°I)